STUPOROSA

Residenza artistica di MESSA IN SCENA E TECNICA
(AGOSTO - SETTEMBRE 2023) VINCITRICE bando cura 2022

Francesco Marilungo con Alice Raffaelli, Barbara Novati, Roberta Racis, Francesca Linnea Ugolini, Vera Di Lecce e Gianni Staropoli [Körper | Centro Nazionale di Produzione della Danza]

La residenza artistica di Francesco Marilungo con il progetto vincitore del bando CURA 2022 ha avuto due momenti: una ricerca sul territorio con la collaborazione del fotografo Luca Del Pia; una residenza tecnica con Gianni Staropoli.

Stuporosa prende come riferimento il saggio “Morte e pianto rituale” di Ernesto De Martino per portare avanti una ricerca coreografica sul cosiddetto ‘pianto senz’anima’, sulla figura della lamentatrice. Il titolo stesso è una citazione di De Martino: stuporosa è l’ebetudine, quello stato di catatonia che può manifestarsi nel tentativo individuale di superare il lutto e che si contrappone all’esplosione parossistica di gesti distruttivi/autodistruttivi. Secondo lo studioso napoletano sono queste le due possibili reazioni alla crisi del cordoglio per la perdita di una persona cara ed entrambe le forme sono espressione della tendenza inconscia a voler condividere la sorte dei defunti.

L’istituto del lamento funebre non cancella la crisi del cordoglio ma permette di viverla sottoponendola a una disciplina culturale che si concretizza nella creazione di moduli verbali, melodici e mimici, la cui ripetizione consente di rivivere il dolore, il pathos ma in forma protetta.

ll lavoro coreografico di Francesco Marilungo è incentrato sull’individuazione di pratiche che mettano in atto il processo di mimesi del dolore e la sua stilizzazione. I due poli estremi ai quali tendere saranno l’immobilità ‘stuporosa’ da una parte e la gestualità violenta dall’altra, poli corrispondenti alle due forme della crisi del cordoglio.
Fulcro del lavoro sono anche le dinamiche di potere che intercorrono tra individuo e società all’interno di un contesto rituale; modalità per le quali gli eccessi emotivi vengono controllati attraverso moduli espressivi e forme istituzionalizzate comunemente riconosciute.
Altro parametro preso in esame è il concetto di ripetizione ritmica. Nel pianto rituale la ripetizione ossessiva di moduli è finalizzata ad attenuare la presenza di veglia per facilitare la caduta in una sorta di estasi – stato che dà accesso al ‘tempo fuori dal tempo’, dove è custodito il patrimonio di parole, di movimenti, di suoni che media la trasfigurazione simbolica della morte umana.

Una riflessione sull’atto del pianto, sullo stato di lutto e sull’importanza di un rituale funebre – religioso o laico che sia – per dare un senso alla morte.