BYE BYE

Residenza artistica di studio, ricerca drammaturgica E MESSA IN SCENA
(DAL 1 AL 18 DICEMBRE - Durata 19 gg)

PROGETTO VINCITORE DI CURA 2022

Nicolò Sordo e Marina Ramondia

Maria Sanchez Misericordia è una badante, buddista, cleptomane, alcolista, accumulatrice compulsiva, no-vax, non ancora vecchia e non più giovane, una mortalissima dea della bruttezza di Pamplona ma residente a Roma.
Quando è triste, o compra qualcosa oppure prega.
Insopportabile e odiata da tutti, acida e incattivita dalla vita, abita nel quartiere di Monteverde, lo stesso di Pier Paolo Pasolini, e cerca di risolvere i suoi problemi praticando un buddismo molto più vicino alla superstizione che alla filosofia.
Dopo tutte le batoste che ha preso, tra cui guadagnarsi il pane col culo, prega per trovare qualcuno che la ami per la brutta persona che è, ma ogni dio e religione (ci prova anche con Gesù) è insensibile alla sue incessanti richieste. L’unica parola in inglese che sa è “Bye bye” e l’ha imparata da una pubblicità di detersivi che vede alla fermata dell’autobus (“Bye bye macchie feroci”) e la dice un po’ a tutti, soprattutto a quelli che per un motivo o per l’altro l’abbandonano.
I soldi non le mancano: nella sua camera sommersa dalle cose, sotto il Gohonzon, ha un cospicuo tesoretto che ha messo insieme negli anni.
Eppure deruba ogni volta che può la vecchia signora di cui dovrebbe prendersi cura, sfrutta la bellezza di GiraGira, una ragazza appena arrivata dalla Nigeria con un figlio a carico, e la fa prostituire in cambio di un permesso di soggiorno falso, che non si capisce bene se è realmente in grado di reperire.
Il figlio di Maria Sanchez Misericordia, di cui non sappiamo il nome e che lei chiama semplicemente il suo “hijo maldito”, è un piccolo spacciatore che si è rifatto una vita alle Canarie e che la cerca solo in casi di estrema necessità.
Tutto inizia quando le chiede aiuto per saldare un debito di 10.000 euro: una piccola cifra che, per un’accumulatrice compulsiva del suo calibro, è difficile da dare senza avere nulla in cambio, fosse anche solo un po’ d’amore.

La povertà di chi cerca disperatamente un lavoro in regola per farsi accettare. “Bye bye” è una storia di sfruttamento economico e sociale, da illegale a legale, ma che sempre sfruttamento rimane. “Bye bye” è il racconto dei poveri ma non dei poverissimi.