DELLA COLPA

Residenza artistica di studio, ricerca drammaturgica E MESSA IN SCENA
(DAL 2 AL 21 MAGGIO 2022 - Durata 20 gg)

Il ginepraio

In Italia la violenza sui minori si sviluppa principalmente tre le mura domestiche, con un’alta tendenza delle vittime a convivere con l’evento e le sue conseguenze piuttosto che denunciare. È un problema sociale, certo, ma decisamente culturale: spesso queste storie vengono distorte da chi le subisce, arrivando a risolvere la loro incontrovertibile natura delittuosa in particolarità comportamentali e segreti di famiglia che arricchiscono, a volte goliardicamente, una vita pressoché normale, mentre nascosta dalle regole del vivere civile la violenza tacitamente continua a sopraffare i sacrificati. Quanto tutto ciò esiste grazie alla cultura del perdono e dell’assoluzione che respiriamo nel nostro paese? C’è un filo comune nella narrazione delle numerose vicende della cronaca italiana che vedono i colpevoli vittime silenziose destiate al ruolo di carnefici da mali tenuti nascosti e poi spiattellati in prima serata? Questo lavoro s’inserisce nella riflessione sulle colpe dei padri che continuano a camminare nelle vite dei figli in maniera così determinata da diventare fatto, tradizione, addirittura costume sociale raccontando la storia di Iole e Carlo, due fratelli cresciuti nell’ombra dell’abuso taciuto, improvvisamente visitati da un fratello sconosciuto, Ugo, giovane sacerdote ignaro di tutto pronto a ritrovare la sua famiglia d’origine per proclamare un perdono inaccettabile. La scrittura in Tutta colpa di Ugo racconta una storia tragica corrotta dall’umorismo che caratterizza la vita disagiata: una black comedy che riflette su quanto sia difficile, e forse giustamente impossibile, essere giusti in un mondo sbagliato.

Ho sempre creduto che, se non fosse stato per la deriva tragicomica che nel nostro Paese ha avuto la televisione dell’orrore, avremo un numero considerevole di celle vuote. Perché ci sarebbero meno colpevoli, rimarrebbero tutti vittime.